KYC, acronimo di Know Your Customer (“conosci il tuo cliente”), è un insieme di procedure obbligatorie previste dalla normativa antiriciclaggio (AML) per prevenire e contrastare riciclaggio di denaro, finanziamento del terrorismo e altre attività illecite. In Italia il riferimento normativo è il D. Lgs. 231/2007, modificato dal D. Lgs. 125/2019.
Il sistema di prevenzione si basa sulla collaborazione tra operatori, autorità di vigilanza, organi investigativi e autorità giudiziaria, che condividono informazioni per individuare tempestivamente operazioni sospette e ridurre i rischi finanziari e reputazionali.
Cos’è il KYC e perché è importante
Il KYC (Know Your Customer) è il processo con cui un’impresa, un istituto o un professionista raccoglie e verifica i dati identificativi dei propri clienti per valutare l’esposizione al rischio di riciclaggio o di finanziamento illecito. Si tratta di una fase cruciale per la conformità normativa e per la tutela dell’integrità dei mercati.
Le procedure KYC comprendono non solo la verifica dell’identità ma anche la comprensione della natura delle transazioni e del rapporto commerciale, nonché il monitoraggio costante delle operazioni nel tempo.
«Conoscere il cliente significa conoscere il rischio: il KYC è il primo strumento per proteggere il proprio business da operazioni sospette e sanzioni.»
Chi deve applicare il KYC
L’obbligo di adottare le procedure KYC riguarda una vasta gamma di soggetti obbligati, individuati dalla normativa antiriciclaggio. Tra questi:
- Intermediari bancari e finanziari (banche, istituti di credito, imprese di assicurazione, SIM);
- Professionisti (commercialisti, avvocati, notai, consulenti fiscali);
- Società di revisione e intermediari immobiliari;
- Soggetti che commerciano opere d’arte, oro o beni di valore;
- Prestatori di servizi di gioco (operatori online e case da gioco).
Per questi operatori, la corretta applicazione del KYC è una misura di due diligence essenziale per evitare sanzioni, segnalare tempestivamente operazioni sospette e mantenere la conformità ai protocolli di Antiriciclaggio (AML).
Le principali fasi del processo Know Your Customer
Il processo KYC si articola in più fasi, che consentono di identificare, analizzare e monitorare il cliente durante tutto il rapporto commerciale:
- Identificazione: verifica dell’identità del cliente mediante documenti validi (carta d’identità, passaporto, codice fiscale, SPID).
- Verifica del titolare effettivo: individuazione della persona fisica che controlla o beneficia di un’entità giuridica.
- Analisi del rapporto: valutazione della natura e dello scopo delle operazioni, con approfondimenti maggiori per clienti ad alto rischio o fondi di origine incerta.
- Monitoraggio costante: controllo delle transazioni nel tempo e segnalazione delle operazioni sospette alle autorità competenti.
In Italia, questo processo è disciplinato dalle regole di adeguata verifica della clientela e si concretizza anche nel cosiddetto questionario KYC.
KYC e AML: prevenire rischi e responsabilità
Le normative Antiriciclaggio (AML) e KYC sono strumenti complementari per prevenire operazioni illecite. La mancata applicazione di tali procedure può esporre le aziende a sanzioni amministrative e penali, oltre a danni reputazionali.
Implementare un sistema di controllo KYC efficace consente di:
- verificare la trasparenza e la provenienza dei fondi;
- ridurre il rischio di frodi e reati finanziari;
- evitare sanzioni da parte delle autorità di vigilanza;
- rafforzare la reputazione e la compliance aziendale.
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Rielaborazione editoriale a cura di Revela S.r.l.