Il nuovo decreto di attuazione della delega fiscale ha semplificato le procedure relative alle imposte nelle successioni ereditarie. Lo scopo è migliorare l’efficienza e la tempestività delle procedure
È stato pubblicato in GU 2 ottobre 2024 n. 231 il D.lgs. 18 settembre 2024 n. 139 di attuazione della delega fiscale (L. n. 111/2023) relativamente al comparto delle imposte indirette diverse dall’IVA. Si tratta, quindi, dell’imposta di registro, dell’imposta sulle successioni ereditarie e donazioni, dell’imposta di bollo e di altri tributi indiretti.
Il D.lgs., che entra in vigore dal 1° gennaio 2025, non solo semplifica le procedure di calcolo e liquidazione delle suddette imposte, ma introduce anche modifiche sostanziali nella gestione dei trasferimenti d’azienda in ambito familiare e nella tassazione dei trust.
Queste novità si inseriscono in un più ampio contesto di digitalizzazione e modernizzazione dell’amministrazione fiscale italiana, che ha lo scopo di migliorare l’efficienza e la tempestività delle procedure.
Cosa cambia per l’imposta di successione
In merito alle successioni ereditarie, l’elemento più innovativo del provvedimento è il principio di autoliquidazione dell’imposta di successione. Il decreto mira a semplificare le procedure burocratiche e a ridurre i tempi del processo di liquidazione, che attualmente è affidato all’ufficio dell’Agenzia delle entrate.
A seguito della presentazione della dichiarazione di successione, l’imposta dovrà essere autoliquidata dal contribuente che, dunque, ne determinerà autonomamente l’importo. Avrà, poi, novanta giorni dalla presentazione della dichiarazione per versarla.
Successivamente, l’ufficio controllerà la regolarità dell’autoliquidazione delle imposte effettuata dal contribuente, i versamenti e la loro corrispondenza con i dati indicati nella dichiarazione di successione.
Le verifiche potranno essere effettuate anche mediante procedure automatizzate e, in caso di incongruenze o irregolarità, l’ufficio potrà richiedere ulteriori chiarimenti e, se necessario, rettificare l’importo dovuto.
La denuncia di successione, o dichiarazione di successione, è un adempimento di carattere fiscale, obbligatorio per legge, che deve compiere chi intende accettare l’eredità. Questa, però, non implica l’accettazione dell’eredità e quindi l’acquisizione della qualifica di erede.
Si fa entro 1 anno dal decesso e serve per comunicare all’Agenzia delle Entrate la consistenza del patrimonio (beni mobili e immobili) del defunto passato in successione. Su questo valore verrà poi liquidata l’imposta di successione.
La presentazione della dichiarazione si fa, da qualche anno, solo per via telematica, con modalità stabilite mediante provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate. I non residenti possono, invece, inviare per posta raccomandata A/R.
Il principio di autoliquidazione dell’imposta di successione permetterà, così, di ridurre i tempi di attesa per la definizione delle pratiche di successione.
Le successioni ereditarie
Il diritto ereditario, o successorio, è un complesso di norme che regola le vicende riguardanti il patrimonio di una persona fisica per il periodo successivo alla sua morte. Nelle successioni gli attori coinvolti sono appunto il de cuius, ovvero “colui della cui eredità si tratta”, e i successori, coloro che subentrano nel patrimonio.
Nell’ambito della successione si distingue tra:
- successione a titolo universale, in cui l’erede subentra nella posizione giuridica patrimoniale del defunto, quindi nella totalità di diritti e obblighi. In questo caso il successore subentra, quindi, in tutti i rapporti patrimoniali trasmissibili e acquisisce anche gli eventuali debiti del de cuius. Solo accettando volontariamente l’eredità, assume la posizione di erede
- successione a titolo particolare, in cui il successore, detto legatario, subentra solo in uno o più diritti determinati o rapporti attribuiti dal testamento o dalla legge. In questo caso, invece, il legatario diventa automaticamente tale dall’apertura della successione, senza che sia necessaria alcuna accettazione del lascito.
Esistono, inoltre,3 tipi di successioni ereditarie:
- legittima, quando è assente il testamento. Interviene la legge ad identificare gli eredi nelle persone degli stretti congiunti del defunto e ad assegnare loro i beni dell’asse ereditario. Si può applicare anche per quei beni esclusi dal testamento
- testamentaria, quando i beneficiari sono individuati dal de cuius in forza di un testamento (olografo, pubblico, segreto o speciale). Tuttavia, devono essere rispettate le quote di eredità legittima degli eredi necessari (coniuge, discendenti, ascendenti)
- necessaria, quando il testatore ha disposto dei propri beni, ma senza rispettare i diritti garantiti dalla legge ai congiunti più stretti, a cui spetta sempre di diritto una quota di eredità.
Se nella successione ci sono beni immobili è, inoltre, necessario fare la voltura catastale per trasferire la proprietà del de cuius agli eredi o a un erede specifico (da non confondere con la visura catastale).
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È, quindi, obbligatoria quando bisogna registrare qualsiasi variazione che interviene nella titolarità di un bene immobile (casa o terreno che sia) ed è necessario aggiornare gli intestatari in catasto.
Ai fini pratici cambia l’intestazione del bene (o dei beni), cioè sparisce dagli archivi il nominativo del de cuius e prende il suo posto quello dell’erede. Chi fa la voltura catastale diventa, dunque, erede a tutti gli effetti.