Npl: in arrivo nuova ondata. La Ue valuta modifiche alle regole

Npl: in arrivo nuova ondata. La Ue valuta modifiche alle regole

Atteso un aumento degli Npl in tutta Europa. Tra le ipotesi la creazione di una Bad Bank europea e intanto si sta pensando di revisionare alcune regole in vigore prima della pandemia

Quello degli Npl è un tema più che mai centrale nelle attuali discussioni finanziarie. Non è un mistero, infatti, che la pandemia da Covid-19 ha impattato pesantemente su famiglie e imprese e continua a proiettare la sua ombra sul futuro dell’economia mondiale.

A ribadire quella che è la situazione in merito agli Npl è il presidente dell’Abi (Associazione bancaria italiana) Antonio Patuelli: “Occorre rendere flessibili normative pensate e decise ben prima della pandemia. Innanzitutto deve essere riformato il calendar provisioning – le nuove norme della Bce sulle coperture dei Crediti Deteriorati – che tende ad irrigidire l’erogazione del credito ed a scoraggiare i prestiti bancari a imprese e famiglie in una fase in cui le Istituzioni europee ed italiane incoraggiano, invece, nuove possibilità di finanziamenti per la resilienza e il rilancio dell’economia”.

Patuelli afferma dunque che le nuove regole dispongono modalità e criteri più stringenti per i crediti a imprese e famiglie e che, inoltre, occorre rivedere la nuova definizione di debitori “in default”, cioè non più in grado di rimborsare la banca come da impegni presi.

La situazione in Europa

In ambito europeo si starebbe pensando di revisionare alcune regole in vigore prima della pandemia ed, infatti, sarebbe stata approvata da parte dello European Economic Committee una documentazione da presentare alla Commissione della UE.

In particolare sarebbe stata revisionata la definizione di “default” e “calendar provisionig”. Questo andrebbe nella direzione delle richieste fatte dall’Abi volte ad andare in soccorso delle famiglie e delle piccole e medie imprese, fortemente colpite dalla situazione economica, che porterà a gonfiare i portafogli Npl.

Secondo l’analisi della banca angloasiatica Hsbc, in Europa si passerà dai 584 miliardi di euro registrati sul finale dello scorso anno ai 974 miliardi del post Covid-19. Più 390 miliardi di euro, con Francia, Spagna e Italia tra i peggiori.

“Nelle circostanze attuali è necessario che le banche stiano molto attente ai loro bilanci e alle entità a cui hanno erogato credito perché è chiaro che in alcuni settori ci saranno fallimenti e ci vorrà tempo per rientrare dalle difficoltà. È interesse del settore agire in modo ragionevole, affinché non ci sia uno shock da Npl”. Le considerazioni della Presidente della BCE, Christine Lagarde, durante il forum annuale di Sintra, in Portogallo, riportano sotto la lente d’ingrandimento quella che per molti è una bomba ad orologeria pronta a esplodere.

Un’ipotesi di soluzione presentata è la creazione di una Bad Bank europea che smaltisca efficacemente i crediti deteriorati delle banche. In questo modo, le banche in crisi potrebbero trarre vantaggio dalla vendita degli NPL alla Bad Bank, la quale proverebbe poi ad attuare il recupero crediti giudiziale.

Una proposta alternativa elaborata da Andrea Enria, numero  uno della Vigilanza della BCE sulle banche, è quella di creare una rete europea di Band Bank nazionali, che dovrebbe riuscire a sostenere in maniera paritetica il settore nelle diverse economie.

“Gli istituti di credito dovranno affrontare l’impatto economico della pandemia con la possibilità che i Crediti Deteriorati arrivino fino a 1.400 miliardi di euro. Questa volta disponiamo di buone regole e politiche per affrontare gli Npl in modo più rapido ed efficace. Le banche devono concentrarsi su un’attuazione efficace e il momento giusto per farlo è adesso” – ha sottolineato Enria.

Gli Npl nelle Banche Italiane. Previsioni per il 2021

Per quel che ci riguarda il sistema bancario italiano, il settore del credito ha spesso detenuto primato negativo per ammontare di Crediti Deteriorati. Dopo un 2017 in cui le banche italiane avevano avviato la riduzione del loro stock Npl, a fine 2018 c’erano circa 37,5 miliardi di sofferenze nette (Il Sole 24 Ore). L’anno successivo è arrivata da Francoforte la richiesta agli istituti di credito italiani di azzerare il peso del proprio portafoglio NPL, entro il 2026.

Lo stock complessivo di NPE da gestire in Italia è previsto in crescita già nel 2020 (+5%), con la previsione di un forte aumento nel 2021, che potrebbe portare a un ammontare totale di 385 Mld €, e un probabile ulteriore incremento nel 2022.

Il Market Watch Npl di Banca Ifis, presentato in occasione dell’Npl meeting di Cernobbio, prevede per il 2021 che il tasso di deterioramento dei crediti nei portafogli delle banche italiane passerà dall’1,3% del 2020 al 2,8%. Lo stock complessivo dei crediti deteriorati salirà a 138 miliardi di euro (di cui 69 miliardi di sofferenze, 62 miliardi di Utp e 7 miliardi di scaduti) dai 118 miliardi previsti per il 2020, con l’aumento degli Npl che spingerà inoltre al rialzo l’NPE ratio lordo dal 6,2% al 7,3% nel 2021. Si deterioreranno soprattutto i crediti delle imprese rispetto a quelli delle famiglie.


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Le previsioni sono fatte tenendo in considerazione gli effetti della pandemia Covid-19 e in assenza di un lockdown generalizzato e integrale come il primo, nonché degli interventi di aiuto messi in campo dal Governo. È ovvio che diversi fattori potrebbero influire sulle suddette ipotesi, come per esempio la durata del contagio e l’efficacia delle politiche economiche. In un contesto peggiorativo il tasso di deterioramento potrebbe salire al 3,4% nel 2021, valore che rimarrebbe comunque a un livello più basso del picco 2013.

Rispetto alle precedenti crisi finanziarie (2001-2010 e 2011-2012) quella attuale beneficia infatti di un pronto intervento delle banche centrali con iniezioni di liquidità ai massimi storici e di piani a supporto dell’economia e dei debitori attivati dai governi mondiali.

I crediti non performanti italiani costituiscono il 21% del totale europeo, contro il 34% del 2015. Banca Ifis si aspetta, dunque, un’attività significativa, in particolare transazioni per 34 miliardi quest’anno e altri 34 miliardi per il 2021.

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