Legge 104, permessi estesi e alternati. Le nuove istruzioni riconoscono ulteriori gradi di parentela ed estendono i benefici in favore dei lavoratori del settore privato
La legge 104 del 5 febbraio 1992 è il riferimento normativo primario in materia di agevolazioni, diritti e tutele nei confronti dei cittadini con un grave handicap fisico o mentale.
Le agevolazioni, in particolare, hanno l’obiettivo di promuovere l’autonomia ed il benessere di queste persone. Misure di tutela specifiche sono previste anche per i familiari che prestano assistenza, i quali possono, per esempio, accedere ai tre giorni di permessi e al congedo straordinario.
Chi è titolare della legge 104 ha anche diritto a ricevere una prestazione economica dallo Stato. La normativa italiana prevede, inoltre, particolari agevolazioni fiscali e detrazioni sia per le cure mediche che per le prestazioni assistenziali, per l’acquisto di auto e mezzi informatici.
Un sostegno specifico è previsto per i genitori di figli con disabilità, beneficiari dell’assegno unico per un importo di misura maggiore.
Le novità della legge 104
Con la circolare n. 36 del 7 marzo 2022, l’Inps ha fornito nuove istruzioni operative in merito ai permessi 104, riconoscendo ulteriori gradi di parentela ed estendendo i benefici in favore dei lavoratori del settore privato.
Il decreto, in attuazione della direttiva (UE) 2019/1158, ha lo scopo di migliorare la conciliazione tra attività lavorativa e vita privata per i genitori e i prestatori di assistenza, al fine di conseguire la condivisione delle responsabilità di cura tra uomini e donne e la parità di genere in ambito lavorativo e familiare.
I permessi legge 104
Una novità importante riguarda chi potrà usufruirne: i permessi 104 si estendono, infatti, anche quando c’è una convivenza di fatto o un’unione civile.
Il decreto legislativo prevede, dunque, che i tre giorni di astensione dal lavoro potranno essere richiesti per l’assistenza a persone con disabilità grave, non ricoverate a tempo pieno, rispetto alle quali il lavoratore sia:
- coniuge
- parte di un’unione civile ai sensi dell’articolo 1, comma 20, della legge 20 maggio 2016, n. 76
- convivente di fatto ai sensi dell’articolo 1, comma 36, della medesima legge n. 76/2016
- parente o affine entro il secondo grado.
Il diritto ai permessi 104 va riconosciuto all’unito civilmente, oltre che per assistere l’altra parte dell’unione, anche a un parente dell’unito.
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L’estensione, però, non riguarda i conviventi o le coppie di fatto. In questo caso il rapporto di affinità non è riconoscibile non essendo la convivenza di fatto un istituto giuridico, ma una situazione di fatto tra due persone.
Pertanto, a differenza di quanto avviene per i coniugi e gli uniti civilmente, il “convivente di fatto” può usufruire dei permessi di cui alla legge n. 104/1992 unicamente nel caso in cui presti assistenza al convivente e non nel caso in cui intenda rivolgere l’assistenza a un parente del convivente.
Permessi 104 alternati
I permessi 104 diventano, inoltre, alternati, possibilità precedentemente non riconosciuta. Fermo restando il limite complessivo dei tre giorni di permesso mensile, la richiesta potrà essere fatta anche da più soggetti tra quelli sopra elencati, che potranno quindi usufruirne per assistere la stessa persona.
L’utilizzo dei tre giorni di astensione dal lavoro comporterà per di più il diritto da parte del beneficiario ad accedere in via prioritaria allo smart working.
I comportamenti da evitare in caso di permessi
La copertura economica delle giornate di assenza è garantita dall’Inps, attraverso un’apposita indennità, di norma anticipata dal datore di lavoro in busta paga.
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Eventuali condotte che sfociano in abuso del diritto, in particolare per sfruttare i giorni di permesso per scopi diversi dall’assistenza al familiare possono comportare il licenziamento per giusta causa, per approfondimenti clicca per leggere l’articolo che abbiamo scritto su INVESTIGAZIONI.INFO.
La giurisprudenza di Cassazione ha più volte sottolineato che il datore di lavoro può legittimamente rivolgersi a un’agenzia investigativa, con l’obiettivo di accertare un utilizzo improprio, da parte del lavoratore, dei permessi per assistere i familiari disabili.