Per antiriciclaggio, Anti Money Laundering, si intende l’insieme di misure messe in atto per prevenire e contrastare il fenomeno del riciclaggio di denaro sporco
Per antiriciclaggio (Anti Money Laundering) si intende l’insieme di misure messe in atto per prevenire e contrastare il fenomeno del riciclaggio di denaro sporco.
Questa pratica illegale, spesso associata alla criminalità organizzata e al traffico di droga, consiste nel “pulire” i proventi di attività illecite, trasformandoli in fondi apparentemente legittimi.
I metodi di riciclaggio di denaro diventano sempre più sofisticati e complessi. La globalizzazione del sistema finanziario, con i progressi nelle comunicazioni e nei trasporti, ha permesso che l’occultamento dei proventi del crimine sia molto più facile rispetto al passato.
Le organizzazioni criminali internazionali sono, infatti, diventate esperte e competenti nel riciclare soldi attraverso il trasferimento di proprietà da un paese all’altro.
Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), ogni anno è riciclato tra il 2 e il 5% del PIL globale, ovvero tra gli 800 e i 2.000 miliardi di dollari.
Come funziona il riciclaggio di denaro
Il riciclaggio di denaro consente di occultare le origini dei profitti ottenuti da attività illecite. Il denaro è, appunto, pulito e riciclato attraverso metodi legali. I profitti derivano generalmente da attività illegali, quali traffico di droga, prostituzione, contrabbando, traffico di armi, racket.
Tecnicamente questo processo si articola in tre stadi:
- Piazzamento. In questa prima fase, i proventi derivanti da attività illegali sono inseriti all’interno del sistema economico globale, attraverso aziende corrotte o istituti finanziari. Depositando piccole cifre si resta al di sotto delle soglie di controllo antiriciclaggio.
- Stratificazione. L’obiettivo principale di questa seconda fase è quello di rendere più difficile il tracciamento del denaro, attraverso una serie di transazioni finanziarie, utilizzando anche istituti finanziari esteri.
- Integrazione. In quest’ultima fase il denaro ripulito è introdotto nell’economia con transazioni lecite. Risulta, così, ripulito e può quindi essere utilizzato per qualsiasi scopo.
I metodi di riciclaggio di denaro sono variegati e complessi. Spesso le stesse banche possono diventare involontariamente strumenti di questo processo.
Una pratica molto diffusa è quella di utilizzare attività commerciali, creando una nuova impresa, mischiando i proventi derivanti dalle vendite o, addirittura, falsificando le vendite stesse.
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Un altro metodo è quello di acquistare una proprietà immobiliare e rivenderla successivamente. In questo modo si può reinserire il denaro nel sistema finanziario sotto forma di proventi apparentemente legittimi. Infine, il riciclaggio di denaro è strettamente collegato al finanziamento al terrorismo.
Il riciclaggio di denaro non solo danneggia l’integrità dei sistemi finanziari globali, ma può anche influenzare negativamente l’economia, la stabilità dei mercati e la reputazione delle aziende.
Le normative antiriciclaggio
Gli Stati Uniti, essendo la più grande economia del mondo, hanno svolto un ruolo primario nella lotta al riciclaggio di denaro. Sono stati, infatti, fra i primi a emanare una legislazione antiriciclaggio con l’istituzione della Bank Secrecy Act (BSA), nel 1970.
Oggi, la principale autorità americana in materia è il Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN), che riporta al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. L’Office of Foreign Assets Control (OFAC) è, invece, responsabile dell’applicazione delle sanzioni. La missione è: “salvaguardare il sistema finanziario dagli abusi della criminalità finanziaria, inclusi finanziamento al terrorismo, il riciclaggio di denaro e altre attività illecite.”
Nel 1989, diversi paesi e organizzazioni hanno formato il Gruppo di azione finanziaria internazionale (GAFI), che ha sviluppato una serie di Raccomandazioni, aggiornate regolarmente, che forniscono un quadro globale di misure basate sul rischio per combattere tali fenomeni.
A livello europeo, le direttive dell’Unione Europea hanno recepito gli standard internazionali e mirano a realizzare un ambiente normativo armonizzato tra i vari Stati membri.
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In Italia, il D. Lgs. n. 231/2007, modificato dal D. Lgs. n. 125/2019, costituisce il quadro normativo per la prevenzione e il contrasto del riciclaggio di denaro. Le autorità di vigilanza e l’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (UIF) emettono disposizioni di attuazione.
Il sistema di prevenzione del riciclaggio si fonda sulla collaborazione tra operatori, autorità amministrative, organi investigativi e autorità giudiziaria. La normativa antiriciclaggio riguarda, infatti, moltissime società e professionisti, i cosiddetti soggetti obbligati: intermediari bancari e finanziari, professionisti (commercialisti, avvocati, contabili, notai ecc.), soggetti che commerciano opere d’arte, cose antiche e oro.
Antiriciclaggio, le misure più comuni di contrasto
La prevenzione e il contrasto al riciclaggio di denaro richiedono l’adozione di misure sistematiche da parte dei soggetti obbligati. La conoscenza del cliente, conosciuta anche come “Know Your Customer” (KYC), è indubbiamente una componente fondamentale delle misure di prevenzione del riciclaggio di denaro adottate dalle istituzioni finanziarie.
Questa pratica implica l’acquisizione di informazioni dettagliate sulla propria clientela e la comprensione della natura delle transazioni commerciali e finanziarie effettuate, utili a valutare l’eventuale rischio. Il processo KYC continua con il monitoraggio delle transazioni che, se ritenute sospette, possono essere segnalate.
Le istituzioni finanziarie devono, inoltre, conservare adeguatamente la documentazione relativa ai propri clienti e alle transazioni effettuate. La formazione dei dipendenti sulle normative antiriciclaggio è, ovviamente, fondamentale.
La disciplina antiriciclaggio prevede l’obbligo, da parte dei soggetti individuati dalla normativa, di segnalazione alla UIF tutte le operazioni sospette. La UIF, istituita presso la Banca d’Italia dal d.lgs. n. 231/2007, è l’autorità incaricata di acquisire i flussi finanziari e le informazioni riguardanti ipotesi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo.
Il reato di riciclaggio di denaro è qualificato nel momento in cui è commesso intenzionalmente e con la consapevolezza che i beni provengano da un’attività criminosa.
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